Grotta dell'Ansa

Un piccolo gioiello ipogeo e archeologico del carso triestino

 

La grotta si trova sul lato destro del sentiero che si dirama dalla strada S. Pelagio-Slivia, a poche centinaia di metri dall'abitato di S. Pelagio. Fu scoperta da alcuni giovani di San Pelagio, che hanno rimosso i massi e il pietrame che ne ostruivano l'entrata. La grotta ha uno sviluppo di 185,5 metri ed un dislivello di -91,5 metri. 

Durante gli scavi per liberare l'ingresso, furono rinvenuti diversi reperti fittili risalenti al periodo preistorico, tra cui una grande ansa, da cui deriva il nome della cavità. Negli scavi condotti negli anni '60 e '70 del secolo scorso, emersero numerosi reperti risalenti al neolitico, all'età del rame, all'epoca romana e al medioevo. Tra questi si annoverano monete, punteruoli in osso, piatti, manufatti in selce, varie anfore romane di produzione orientale e olle medievali. Un vero tesoro archeologico. 

L'ingresso della cavità ancora ostruito (foto: C.G.E.B.)

Il rilievo della grotta

La grotta, caratterizzata da particolari concrezioni, si estende attraverso una galleria che conduce infine ad un pozzo. Esaminando con attenzione gli anfratti e gli angoli nascosti, è possibile scoprire piccole formazioni di straordinaria bellezza. Anche dal punto di vista fotografico, la grotta presenta una gamma di colori che è piuttosto rara da incontrare. La presenza di acqua nella cavità rende riflessi e rifrazioni particolari e colori ad ampio spettro.

La goccia "ad occhio"

Uno dei tratti più ampi della galleria

FOTOGRAFIE 


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