Ex caserma Monte Cimone
Storia di una tenuta nobiliare che divenne caserma
A pochi chilometri da Opicina (TS), nella località di Banne, un piccolo paese di circa 200 abitanti, si trova il comprensorio dell'ex caserma Monte Cimone. Dal 1735 fu tenuta agricola privata fino ai primi dell'Ottocento, quando passò alla famiglia Burgstaller/Bidischini, che vi edificò anche la chiesetta di San Floriano. La famiglia si estinse nei primi anni del Novecento e, con l'inizio della Grande Guerra, la tenuta venne utilizzata come campo di sosta per i soldati austro-ungarici.
Qualche anno dopo la fine del conflitto, nel 1921, l'esercito italiano occupò l'intera area, trasformandola in un'immensa caserma. Vennero edificate nuove strutture ed entrò in piena attività nel 1930.
La caserma rimase attiva come sede militare fino ai primi anni '90, quando ne venne decisa la chiusura. Successivamente, passò sotto il controllo del demanio, che per molti anni pianificò la sua trasformazione in un comprensorio ad uso pubblico. Ma come spesso succede, la lunga burocrazia e il totale disinteresse dei vari enti vinse sulla buona volontà. Il complesso conta 28 fabbricati principali, 5 dei quali dichiarati di interesse culturale. Purtroppo, l'intera area si trova in uno stato di totale abbandono; molti edifici versano in condizioni pericolanti, alcuni sono del tutto inagibili e prossimi al crollo. Nel corso degli anni, la vegetazione ha invaso la maggior parte degli spazi esterni. Le radici degli alberi e dei arbusti hanno deformato la pavimentazione tanto che la prospettiva diventa distorta rende il tutto molto più lugubre di quanto già lo sia.
Alcuni edifici rivestono un reale interesse storico e artistico. All'interno, si possono ammirare dettagli di notevole pregio, come scale, nicchie, pavimenti e balaustre in ferro battuto. Purtroppo, oltre all'impietoso scorrere del tempo, a danneggiare il luogo ha contribuito anche l'idiozia umana. Gli edifici sono stati vandalizzati ovunque, con scritte e murales, mentre in altre aree si notano oggetti asportati e altri distrutti semplicemente per il gusto di farlo. Non ha certo giovato l'incendio (di origine dolosa) che si è sviluppato nel 2013, riducendo in cenere diversi tetti in legno e ulteriormente danneggiato altre strutture. Disperati di ogni genere e persone che organizzavano feste nei vari locali hanno ulteriormente contribuito al degrado. È stata, e lo è tuttora rifugio di poveri senzatetto che cercavano solo un rifugio sicuro. Gli unici, forse, a cui non interessa distruggere tutto ciò che li si para davanti per il solo fatto di aver fatto una cosa trasgressiva.
Man mano che ci si addentra nei vari edifici, si percepisce sempre di più la bellezza che questa caserma doveva avere. All'interno, non mancava davvero nulla: c'era un bar con pizzeria, cucine ampie e ben fornite, una palestra e altri spazi dedicati al tempo libero. Nella parte nord superiore, si trova anche un teatro all'aperto, ora completamente invaso dagli arbusti. Era presente anche una sala dedicata al cinema.
È con profondo dispiacere osservare come tutto questo stia lentamente svanendo in polvere, a causa della totale indifferenza e incuria.
Le ampie strade che un tempo collegavano gli edifici sono ora ridotte a stretti sentieri. L'erba alta ha limitato tutti i collegamenti. Orientarsi diventa complicato per completare una visita sistematica senza tralasciare nulla. Le dimensioni di questo luogo sono davvero notevoli, e ciò è accentuato dal fatto che per accedere ai vari edifici è necessario individuare percorsi alternativi, poiché gli ingressi sono spesso ostruiti o presentano il rischio di crollo.
Anche l'ala di un edificio che fungeva da prigione all'interno della caserma era ornata con fregi degni di nota. Basta osservare il soffitto, miracolosamente intatto, caratterizzato da eleganti stucchi e gessi. Anche l'edificio destinato agli ufficiali doveva apparire particolarmente elegante, caratterizzato da una vasta vetrata in legno e da scalini a semicerchio che formavano l'ingresso.
In sintesi, non esiste angolo di questo luogo che non riservi scoperte affascinanti. Sebbene ora abbia un aspetto davvero lugubre, con un'atmosfera spettrale e una profonda malinconia avvertita mentre si cammina qui, basta soffermarsi un momento per percepire ancora l'eco della vita di caserma, dove disciplina e scherzi da soldati hanno convissuto in questo spazio per quasi un secolo.
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