A circa dieci chilometri da Buzet (Pinguente), su un'altura di 348 metri sul livello del mare, si erge il paese di Roč (Rozzo), incastonato in una natura incontaminata. Un piccolo abitato con meno di 200 anime, dove la Storia ha lasciato un'impronta significativa, con numerose testimonianze delle diverse epoche. Insieme a Hum e Kotli, Roč forma un "triangolo del Glagolitico", l'antico alfabeto slavo ideato dai missionari Cirillo e Metodio nel IX secolo. In questo territorio è possibile ammirare numerose iscrizioni in glagolitico. Guardando con attenzione si possono vedere sui muri delle chiese, sulle abitazioni storiche, sulle colonne e sui monumenti.
Fondato nella preistoria come abitato illirico, Roč divenne successivamente un "castrum" romano, noto con il nome di Castrum Rotium. Nel medioevo, appare per la prima volta in un documento del 1064 con il nome di Rus. Nel XIII secolo, passò sotto il Patriarcato di Aquileia e, dal 1420, rimase sotto il dominio di Venezia fino alla caduta della Repubblica. Roč fu anche provincia illirica e appartenne all'Impero asburgico fino al 1918, quando passò sotto il controllo dell'Italia. Infine, alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, venne annesso alla Jugoslavia.
Ad oggi nel paese si sono conservate tre chiese: la chiesa di Sant'Antonio Abate (tardo gotica del XIV secolo, la chiesetta romanica di San Rocco (XIV secolo) e il duomo di San Bartolomeo (tardo gotico del 1494 poi rimaneggiato nel 1746 e 1765 con modifiche in stile barocco.
Il paese diede i natali a Juri Žakan, che qui stampò il primo libro in lingua croata. Il Messale del 1483. Proprio vicino al lapidario romano, dove si trova la Glagoljska Tiskara u Roču (tipografia glagolitica di Roč) su un muro c'è una targa dove viene ricordato Žakan. Piccola curiosità; nel edificio dove si trova l'infopoint è conservata una copia perfetta del torchio utilizzato da Gutenberg. Se desiderate vederlo basta chiedere in paese, qualcuno sicuramente verrà ad aprirvi.
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