Monte Brizzia
Una ripida salita tra verdi boschi, trstimonianze della Grande Guerra e panorami stupendi
Partendo dal centro di Pontebba e dirigendosi lungo la strada verso il Passo Pramollo, si può trovare un'area di sosta in corrispondenza di un tornante. Qui è possibile parcheggiare l'auto e intraprendere il sentiero che conduce fino alla cima del Monte Brizzia. Il percorso non è particolarmente lungo, ma si rivela piuttosto faticoso, in soli 5 km, si registra un dislivello di 1000 metri. In alcuni tratti, è fondamentale prestare la massima attenzione a cengie scoperte e sezioni particolarmente scivolose.
Dopo questa necessaria introduzione, possiamo addentrarci nei particolari di questo itinerario. Si inizia a salire lungo una strada forestale, dove, dopo poco, si incontra la suggestiva chiesetta del Calvario. Proseguendo ancora per qualche centinaio di metri, la strada forestale si trasforma infine in un sentiero. Si entra così nel bosco.
Faggi e abeti ci accompagnano sui lati del sentiero, dove, in alcuni punti, si iniziano già ad intravedere i meravigliosi panorami della valle di Pontebba.
Proseguendo lungo il ripido sentiero, mentre ci si avvicina alla località di Ciofnik, qua e là, dove la vegetazione si dirada affiorano i resti delle fortificazioni austriache costruite nel 1916. Non si tratta certamente di grandi cavità o trincee fortificate, che sono più comuni e facilmente individuabili. Ciò che si riesce a scoprire con un po' di attenzione sono piccoli segni, che non si rivelano subito. Un bullone rimasto integro in un blocco di cemento o un frammento semisepolto di trincea o camminamento.
La salita continua con calma, e in questo silenzio avvolgente, chi mai potrebbe avere fretta? Una serie di tornanti stretti ci guida, passo dopo passo, verso il Cocuzzolo Scalzer. Una volta arrivati, prima di dirigere verso Sella Brisiach, ci concediamo una breve esplorazione fuori dal sentiero, nei pressi degli stavoli Scalzer. Qui, tra la vegetazione, il cemento emerge, e in alcuni punti la dimensione dei resti rende queste tracce evidenti e facilmente visibili, come i blocchi in cemento che facevano parte della stazione della funivia. Sono invece quasi inesistenti le buche dei bombardamenti. Sul Cucuzzolo Scalzer e sulla cima del Brizzia era di stanza il 149° battaglione Landsturm, che a quanto sembra, subì solo un bombardamento il 26 maggio 1915. L'obbiettivo italiano era il Monte Mallurch (oggi Malvuerich) e forse solo qualche cannonata di avvertimento finì sullo Scalzer.
Ripreso il sentiero e lasciandoci alle spalle la Sella Quellenstattel, situata a 1260 metri s.l.m., ci incamminiamo verso Sella Brisiach. Dopo alcuni minuti di cammino, ci imbattiamo in una piccola radura avvolta dal bosco, dove si trova un cimitero adorno di sole sei tombe. Qui, tra queste montagne, si batterono e persero la vita sei giovani shutzen volontari di Salisburgo. Questi luoghi, segnati dall'inferno della Grande Guerra, oggi accolgono le loro spoglie nell'abbraccio della natura.
L'ultimo tratto prima di raggiungere la cima è segnato dal bivio di Sella Brisiach. Qui, un sentiero conduce verso il Monte Bruca, ma noi abbiamo preso l'altro percorso, diretto alla nostra meta. Poco sotto la vetta, si possono ancora scorgere i resti di alcune postazioni.
Giunti sulla vetta, come sempre, il panorama ripaga le fatiche. Leggermente fosca la giornata, ma non tanto da celare la vista. Una piccola curiosità: la croce di vetta, costruita a Pontebba nel 1968, fu portata in cima smontata a spalla dai paesani.
Per la discesa, abbiamo optato per il sentiero che parte dal piccolo cimitero e scende verso il rio Bombaso. Questo percorso presenta tratti molto scivolosi e una forte pendenza, richiedendo attenzione per evitare di scivolare a valle. Si giunge così alla sorgente del 149° Landsturm, dove una targa affissa dai soldati reca un'epigrafe che recita: "Tu, sorgente incastonata dalla mano di un guerriero, disseta il viandante in terra di Carinzia." Questa sorgente è parte integrante del soprastante Parco tematico della Grande Guerra di Pontebba. Dopo circa 2 km su un sentierino che costeggia il rio Bombaso si ritorna al punto di partenza.
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