Grotta dei lavandini

Una grotta che conserva molte testimonianze di quel terribile periodo

 

Sulla strada che da Gorjansko porta a Brestovica, all'altezza del paese di Vale, si trova il sentiero che ci porterà alla cavità. Dopo circa 1 km, sulla destra, si scorge una traccia di sentiero che conduce proprio davanti alla grotta. Situata in una piccola dolinetta, l'ampia entrata è cinta sul lato destro da un muro difensivo in cemento armato, dove si possono ancora intravedere i gradini in pietra costruiti dai soldati per agevolare i movimenti. Un po' in tutta l'area intorno, cercando nella boscaglia, ci sono resti di piccole fortificazioni (nidi di mitragliatrici, trincee, muretti difensivi e altre piccole cavità-rifugio).

L'ingresso  della grotta

La grotta dei lavandini è una cavità naturale in parte adattata dal esercito austroungarico per esigenze belliche. Faceva parte della terza linea difensiva del fronte isontino meridionale e fu usata in diversi periodi del conflitto. Le scritte fatte dai soldati sulle pareti riportano sia date antecedenti la VI battaglia dell'Isonzo (agosto 1916) sia del 1917, quando li gli imperiali spostarono la prima linea difensiva. La grotta funzionò anche come ospedale (feldspital), dove potevano trovare rifugio fino a 1500 uomini (lo sviluppo orizzontale è di 210m). Nella prima sala si trovava anche un grande soppalco per sfruttare al massimo gli spazi dell'ampia cavità. Al centro era attraversata da un canale di scolo per l'acqua, che però si è conservato solo verso la fine della grotta. Un generatore a benzina portava la corrente all'interno. Era anche dotata di acqua potabile rifornito da un vicino sistema di approvvigionamento idrico.

Il muro di cemento con I resti della scalinata

L'entrata vista da dentro 

Gradini che probabilmente portavano al soppalco 

Verso la parte finale della sala grande, sulla parete di sinistra, si possono leggere le scritte fatte dai soldati. Delicate e preziose, sono state scritte a matita. Si sono conservate solo grazie al particolare ambiente della grotta. Essendo un un inghiottitoio carsico passivo il percolamento dell'acqua è visibile in pochissimi punti. La costante umidità e il buio hanno fatto il resto. Come detto sono delicate e preziosissime, non vanno assolutamente toccate (no, nemmeno con i guanti, e poi non c'è motivo di farlo). Nelle mie ricerche sulla Grande Guerra ho sempre messo in primo piano la vita di quei poveri giovani, che loro malgrado, parteciparono a quel massacro. I loro pensieri, le loro parole, le speranze di soldati che con grande coraggio e dignità accettarono la morte come loro compagna. Ogni volta che trovo un nuovo graffito di guerra l'emozione è grande. Quindi, se andate a visitare la grotta prestate la massima attenzione. A proposito di attenzioni: nella grotta vive una piccola colonia di pipistrelli. Non gridate e non sostate troppo tempo nelle loro vicinanze. Animali bellissimi e soprattutto utilissimi (uccidono milioni di zanzare ogni notte che escono a caccia di cibo).

Scritta del 14 maggio 1916

Il 32•Landsturm era composto prevalentemente da polacchi

Scritta del 19 agosto 1917

Nell'ultima sala ci sono una serie di lavandini in pietra che venivano usati sia per lavarsi, sia per lavare gli indumenti. Da qui il nome della grotta (in sloveno è la Valska jama). Sul 2000 Grotte (per chi non lo sapesse è la bibbia dello speleologi scritto da Eugenio Boegan, Luigi Vittorio Bertarelli e altri pionieri della speleologia negli anni 20 del 900) nella sezione dedicata alle grotte di guerra, il generale Gariboldi, oltre alla descrizione, offre un rilievo planimetrico che fa ben vedere come si presentava la cavità in quel tempo.

Il rilievo tratto dal 2000 Grotte

FOTOGRAFIE


Commenti

Non ci sono ancora commenti.

Aggiungi commento