Nesactium

Da capitale del popolo degli Istri a insediamento romano

 

L'Istria è una regione che, nonostante la si conosca e si esplori in lungo e in largo, continua a riservare sempre nuove sorprese. Millenni di storia hanno lasciato un patrimonio così ricco e variegato che una sola vita non basta per scoprire ogni suo angolo e tesoro.

In una torrida giornata di luglio ci fermiamo a Valtura, paese a pochi chilometri a nord di Pola. Decisi a visitare il sito archeologico di Nesazio. L'afa è particolarmente opprimente e, ovviamente, ci dirigiamo verso il sito nelle ore più calde della giornata. La voglia di vedere Nesazio supera la calura estiva. La strada che conduce al sito inizia proprio dietro la chiesa del paese. Si tratta di una stretta strada su vecchio asfalto, delimitata da muretti a secco e circondata da vigneti che si estendono sulla caratteristica terra rossa istriana.

Anche sotto quella fitta cappa di caldo umido, il percorso risulta estremamente piacevole, avvolto nel silenzio totale, interrotto soltanto dal canto estivo dei grilli che risuonano dai prati. Mentre ci avviciniamo al sito, il silenzio viene interrotto dal passaggio di un uomo su un vecchio motorino con una cassetta fissata dietro e dentro una bella bottiglia di malvasia, che, con larghi gesti della mano ci saluta. L'immancabile cortesia della gente istriana. 

Dopo circa 2 km, si giunge all'ingresso di Nesazio. Uno stretto corridoio fiancheggiato da antiche mura romane ci introduce nel cuore del sito. Sul lato destro, scorgiamo un piccolo edificio che supponiamo essere la casa del custode; notiamo il motorino parcheggiato davanti. Si tratta proprio di quello dell'uomo che poco prima ci aveva salutato, e comprendiamo subito che è lui il custode. Il signore appare sulla soglia della porta, ci saluta in italiano, evidentemente, quando ci eravamo incontrati sulla strada, aveva udito la nostra risposta al suo saluto in italiano. Con la mano ci invita ad entrare. Ci spiega che l'ingresso è gratuito e che è possibile visitare liberamente tutte le aree. Infatti, uscendo, è subito evidente che non ci sono transenne né cordoni di alcun tipo. È fondamentale, ovviamente, prestare la massima attenzione mentre si cammina in luoghi simili.

Il signore col suo motorino 

Il Castelliere di Nesazio, considerato la capitale degli Istri, sorgeva a una decina di chilometri da Pola, sul colle di Visazze, sovrastante l’insenatura di Porto Badò. Possenti mura lo cinsero sin dall’età del bronzo. All’entrata nella città, tra due muri, vi era una necropoli dove vennero trovate 114 tombe, ma altri sepolcri si trovavano anche in  aree interne dell’insediamento. L'insediamento è esistito ininterrottamente dal IX secolo a.C. fino al VI-VII secolo d.C., quando fu distrutto dalle incursioni barbariche.

Gli Istri controllavano le acque dell'Istria meridionale, ma dopo scontri con Roma e la morte del loro comandante Epulo, dovettero riconoscere il dominio romano.

Di particolare interesse sono i sepolcri di famiglia, più grandi e con corredi eccezionali, che esaltavano lo status dei defunti. Le urne e i corredi attestano il grado di benessere e il prestigio degli abitanti e rivelano sepolture stratificate, succedutesi dal XII al II secolo a.C. Gli scavi con i ritrovamenti più importanti sono stati fatti all'inizio del secolo scorso. Eseguiti tra il 1903 e il 1908 con la direzione dell'allora direttore del museo di antichità di Trieste, Alberto Puschi. Per gli scavi fu a capo il professor Pietro Sticotti (che condusse una seconda campagna di scavi anche nel 1922). Interessante notare che fra i disegnatori dei vari ritrovamenti compare il nome di un giovane architetto ancora sconosciuto. Arduino Berlam.

Nesazio è molto ben curata, i resti ben conservati, sia nelle aree esterne, sia nel piccolo, ma fornito, museo che si trova all'interno della casa del custode.

La nostra visita è durata quasi quattro ore, poiché non volevamo trascurare nulla. Per chi è particolarmente appassionato di luoghi di questo genere, Nesazio offre una straordinaria ricchezza di dettagli, anche grazie alla possibilità di accedere da vicino a tutte le aree.

Alla fine, siamo tornati dal custode per salutarlo. Come già accennato, la gentilezza istriana non si smentisce mai. Il signore, di cui purtroppo non riesco a ricordare il nome, ci ha offerto un ottimo bicchiere di vino. Così, iniziammo una conversazione sull'Istria di un tempo, e tra un ricordo e l'altro, il custode riempiva i bicchieri che puntualmente si vuotavano, solo per esser riempiti nuovamente. E non finisce qui. Ricevetti in regalo anche una vecchia edizione del libro sugli scavi di Nesazio scritto da Pietro Sticotti. 

La casa-museo del custode ai primi del 900 durante gli scavi

Gli "sterratori" all'opera durante la prima campagna di scavi

FOTOGRAFIE 


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