Un piccolo borgo nella Valle del Vipacco con una grande storia
Vipavski Križ si erge su una delle colline che dominano Ajdovščina, nella pittoresca valle del fiume Vipacco. Questo gioiello medievale, con il suo caratteristico tessuto urbano denso e compatto, ha radici antiche testimoniate dalla prima menzione storica in un documento del 1252, quando era conosciuto come Villa Crucis. Sebbene l'abitato abbia origini antecedenti a questa data, come abitato ufficiale, bisogna appunto attendere il XIII secolo. Nel XVI secolo, i Conti di Gorizia, temendo le frequenti incursioni da parte dei Turchi e dei Veneziani, fecero costruire su questa collina un castello dotato di quattro torri. Parallelamente, l'abitato, in continua espansione, venne completamente circondato da mura difensive. Nel XVII secolo, con il passaggio del borgo sotto l'egida dei Conti Attems, venne eretto per loro volere un convento destinato ai frati cappuccini. Questo complesso monastico, che mantiene ancora oggi la sua funzione originaria, è depositario di una delle biblioteche storiche più preziose e significative dell'intero patrimonio culturale sloveno.
La biblioteca conventuale conserva cinque preziosi volumi del XVII secolo contenenti le prediche di Tobia Lionelli, illustre predicatore oriundo che svolse un ruolo determinante nella diffusione e nel consolidamento della lingua slovena. L'autore è conosciuto anche con il nome di Janez Svetokriški (Giovanni Battista da Santa Croce). Vipavski Križ fece anche parte delle provincie illiriche, per poi passare all'Austria nel XIX secolo. Dopo la prima guerra mondiale, con il trattato di Rapallo fu annesso alla regno d'Italia con il nome di Santa Croce di Aiudussina. Nel 1947 passando nel territorio jugoslavo, i comunisti cambiarono il nome del paese in Vipavski Križ (Croce del Vipacco) per mantenere la laicità.
I resti di una delle quattro torri
Nonostante le molteplici trasformazioni subite nel corso dei secoli, il borgo ha mantenuto intatta la sua originaria struttura medievale. Ancora oggi sono visibili alcuni tratti della cinta muraria e i resti di una delle quattro torri difensive che facevano parte del castello. I vicoli angusti, le abitazioni ravvicinate, alcune ristrutturate ma fedeli alla loro struttura originaria, altre che mantengono intatta la loro antica essenza creano un'atmosfera che trasporta il visitatore in un'epoca lontana. Un'epoca in cui il borgo fioriva come importante centro commerciale, crocevia di culture diverse e rinomato punto di riferimento spirituale.
Abbiamo esplorato il borgo durante una soffocante giornata di metà luglio. Le vie silenziose, completamente deserte, ci hanno permesso di assaporare appieno la sua autentica atmosfera, fortunatamente quel giorno, non contaminata dal consueto viavai rumoroso dei turisti. Passeggiando per le vie del paese, abbiamo scoperto una targa commemorativa che ricordava un importante evento storico: un comizio tenuto in quella piazzetta l'ultima domenica di novembre del 1563 da Primož Trubar. Egli fu il primo a stampare la Bibbia e l'abecedario in lingua slovena.
La targa che ricorda il comizio di Primož Trubar
Un tipico angolino del paese
Vipavski Križ ospita due edifici sacri: la chiesa conventuale di San Francesco d'Assisi, consacrata nel 1643 - accessibile solo su prenotazione, dettaglio che ci offre un pretesto per un futuro ritorno, e la chiesa parrocchiale della Santa Croce del 1683, impreziosita da un raffinato interno barocco e da affreschi di particolare valore artistico.
Nelle immediate vicinanze del borgo sorge il cimitero civile, che include una sezione dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale. In questo luogo trovarono riposo 605 soldati dell'esercito austro-ungarico di diverse nazionalità caduti sul fronte dell'Isonzo tra il 1915 e il 1917. Nel corso degli anni, quest'area commemorativa è stata ridimensionata per far posto alle sepolture civili (destino subito da altri cimiteri di guerra della zona). Del complesso originario faceva parte anche una cappella, edificata dai militari stessi, oggi, non più esistente.
L'inteno della chiesa della Santa Croce
Il cimitero austro-ungarico
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