Osais, Truia-Stavoli Orias, Pesariis

Un giro ad anello per visitare tre borghi della Val Pesarina

 

La Val Pesarina, una delle otto valli della Carnia, si snoda tra il Cadore (Comelico) e la valle di Sappada. Questa incantevole valle è composta da dieci pittoreschi borghi. In questo articolo, vi racconteremo il nostro percorso di visita, durante il quale abbiamo esplorato tre di questi borghi. Dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio del cimitero di Osais, ci siamo incamminati verso il borgo di Pieria, che abbiamo deciso di rimandare a una visita futura. Abbiamo quindi imboccato il sentiero che conduce a Truia.

Lungo questo sentiero, caratterizzato da un modesto dislivello, dopo circa 1,5 km si giunge al borgo di Truia. Il nome del paese sembra derivi da "troi", che significa sentiero, e appare in un testo del 1300 come "Ville di Troy". In epoca antica, qui sorgevano solo malghe e stavoli, successivamente trasformati in abitazioni. Al centro del paese si trova una piccola piazzetta, dove è situata la chiesa di San Lugano, edificata nel 1685 (purtroppo chiusa). Oggi, la maggior parte delle antiche case è stata ristrutturata e adibita ad alloggi turistici.

Edicola religiosa sul sentiero verso Truia

Casa antica 

Le prime case di Truia

Abbandonando il borgo, continuiamo lungo la stretta stradina, che regala splendidi panorami su Osais, Pesariis e sulle montagne circostanti. In meno di un quarto d'ora, raggiungiamo gli Stavoli Orias, un luogo affascinante composto da sole 12 costruzioni rurali. Qui si può ammirare l'autentica architettura contadina, caratterizzata da uno stile semplice ed essenziale, un vero piacere per gli occhi. Gli stavoli si trovano in una posizione ideale, perfetta come punto di appoggio durante i periodi di monticazione, sia per coloro che si dirigevano verso gli alpeggi, sia per quelli che da li ritornavano. Costruite principalmente in muratura di sassi, in passato tutte le abitazioni presentavano tetti coperti da scandole di legno, sottili listelli realizzati con diverse essenze. Nel corso del tempo, queste sono state sostituite dalle più moderne tegole di argilla. Il sito è stato inserito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) nei luoghi del cuore.

Truia

Stavoli di Orias 

Stavoli di Orias 

Per la discesa, scegliamo la stradina asfaltata che conduce verso Osais e Pesariis. Una volta raggiunta la strada principale, ci dirigiamo in direzione di Pesariis. 

Il paese, famoso per i suoi orologi, deve il suo nome alla presenza della pesa doganale, che in passato vigilava sui traffici tra la Carnia e il Cadore. La produzione di orologi a Pesariis è ben documentata sin dal XVIII secolo. Secondo il folklore locale, un personaggio misterioso di nome Solari avviò quella che sarebbe diventata un'importante industria. La leggenda lo descrive come un pirata genovese in fuga dai suoi nemici e creditori. Tuttavia, è più probabile che fosse uno dei tanti vagabondi, noti come cramârs, provenienti dalla Baviera, dove l'arte dell'orologeria era già ben sviluppata.

Nel paese, praticamente in ogni strada, è possibile scoprire orologi insoliti e ingegnosi, realizzati con i materiali più disparati e alimentati da diverse fonti. Ciò rende l'itinerario davvero unico. Oltre al piacere di esplorare un paese ricco di particolari (come murales, case storiche e incantevoli angoli curati con attenzione, o la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo) accanto ad ogni orologio, inoltre, si trovano cartelli che ne spiegano il funzionamento e l'anno di costruzione. Dopo aver esplorato a fondo questo luogo unico nel suo genere, ci rimettiamo in cammino verso Osais, seguendo il sentiero che parte da dietro il cimitero e costeggia il torrente Pesarina.

Uno degli orologi nel paese

Il meccanismo a tempo per le campane nella piazza del paese

Veduta di Pesariis 

Una volta arrivati nella piccola ma pittoresca Osais, ci immergiamo nei suoi suggestivi vicoli. Per gli amanti degli angoli nascosti, le cassette antiche e le scritte incise nella pietra, che, con un po' di attenzione si possono trovare sparse sui muri. Gli arnesi di un tempo, che adornano le facciate delle case, arricchiscono ulteriormente questo incantevole luogo, non deluderà i più curiosi. Purtroppo, ciò che desideravamo vedere di più, la chiesa di San Leonardo con i suoi affreschi e le splendide ancone sicentesche, è chiusa. Avevo letto vari articoli su questa chiesa e dei suoi preziosi tesori, ma una volta arrivati, ci troviamo davanti le porte serrate. Non vi dico la delusione. Con rammarico proseguiamo il nostro giro in direzione del cimitero dove avevamo parcheggiato l'auto. Arrivati sulla strada principale, un signore seduto in giardino ci saluta. Ci scambiamo qualche chiacchiera quando ad un certo punto il signore ci chiede se siamo interessati a visitare la chiesa. Enorme gioia. Alzandosi il signore esclama "andiamo, che ve la apro io la chiesa".

Osais 

Testimonianze incise nella pietra

Casa antica a Osais 

Tornati alla chiesa, entriamo e la sorpresa è enorme. Le foto che avevo visto in precedenza non riuscivano a catturare completamente le meraviglie che questa chiesetta custodisce al suo interno. Costruita nel 1391, nei secoli fu rimaneggiata più volte. Danneggiata dal terremoto del 1976 fu completamente restaurata sia negli anni 20 che negli anni 80 del secolo scorso, fino all'ultimo restauro nel 2001. Il signore ci disse che lui partecipò al restauro effettuato negli anni 80, svelandoci anche un fatto inedito non riportato sulle notizie ufficiali: quando si decise di rimuovere il pavimento per riportare alla luce i resti della prima pianta della chiesa (1391), furono trovate tre tombe. Due corpi furono identificati ed erano preti. Le loro salme furono traslate nella chiesa di Prato Carnico. Il terzo corpo rimane ancora oggi un mistero, si tratta di una donna, mai identificata. Lei riposa ancora sotto il pavimento della chiesa.

L'antico coro è completamente affrescato sulla volta e sulle pareti da Pietro Fuluto nel 1506. Questi affreschi furono, fino al 1925,  attribuiti a Domenico di Tolmezzo. Con i lavori di restauro del 1925 fu trovata la firma e l'anno perfettamente leggibili, sulla parete alla base dell'affresco. Ciò tolse ogni dubbio sull'autore del ciclo pittorico. 

La parete

La volta

Purtroppo diversi tratti sono danneggiati

Di notevole valore sono anche le due ancone presenti nella chiesa: l'ancona di San Leonardo, realizzata da Antonio Tironi nel 1528, e quella di San Valentino, realizzata nel XVII secolo da Giovanni Antonio Agostini. 

Ringraziando di cuore il signore, che ci ha dato la possibilità di visitare questa piccola meraviglia torniamo verso casa, davvero soddisfatti della giornata.

L'ancona di San Leonardo 

L'ancona di San Valentino 

FOTOGRAFIE 


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